Membro SLP e AMP, AME
Gli Studi sull’isteria rappresentano una miniera per quel che concerne le svolte cruciali che condussero Freud alla scoperta della psicoanalisi e dei suoi principi fondamentali. Ne estraggo una pepita tratta da un caso che mette a dura prova il procedimento freudiano dell’“insistenza” che aveva da poco soppiantato l’ipnosi, consistente nel lasciare parlare liberamente la paziente insistendo però là dove il discorso si interrompeva: “Poiché questa insistenza mi costava fatica e suggeriva l’interpretazione che io dovessi superare una resistenza, ne trassi senz’altro la teoria che col mio lavoro psichico dovessi superare nel paziente una forza psichica, la quale si opponeva a che le rappresentazioni diventassero coscienti”1.
- L’interpretazione trova la sua molla nell’incontro col reale del sintomo ed è “suggerita” a Freud dalle formazioni dell’inconscio che si manifestano quale ostacolo a dire da parte del paziente. All’analista il compito di farsi “placca sensibile” a quei significanti che marchiano il dire dell’analizzante affinché dell’interpretazione possa risuonare, lasciando quale resto dell’operazione l’oggetto causa di desiderio che l’analista, bontà sua, ha da prestarsi ad incarnare nella cura.
- L’interpretazione che ne trae Freud è che la resistenza, come dirà poi Lacan, sta dal lato dell’Io dell’analista: “[…] che io dovessi superare una resistenza”.
- “Da questa interpretazione ne trassi senz’altro la teoria”. Possiamo allora dedurre logicamente che la teoria psicoanalitica è quel che l’analista arriva a scrivere e a mettere in logica di quel che si sedimenta quale resto dell’interpretazione analitica in primis della sua stessa analisi, interpretazione suggerita dall’inconscio e causata dal reale, propriamente dal reale del sesso che provoca il transfert.
- In questo caso la teoria assolutamente inedita e sovversiva che ne deduce Freud di fronte all’emergere di quel fenomeno “scottante” che è il transfert, è nientemeno che quella dell’analisi personale: “[…] che col mio lavoro psichico dovessi superare nel paziente una forza psichica, la quale si opponeva a che le rappresentazioni diventassero coscienti”. Non è un caso che di lì a poco, complice anche la morte di suo padre, Freud darà avvio alla sua stessa analisi prendendo a prestito Fliess quale pubblico Altro a cui indirizzare l’analisi delle sue impasse: sogni, sintomi, atti mancati… La teoria psicoanalitica ora avanza non senza l’analisi dello stesso Freud.
A differenza di Ferenczi che a suo modo aprì la via all’utilizzo del controtransfert nella cura, sappiamo che Freud rimase fine all’ultimo fedele a questa interpretazione originaria, ribadendo a più riprese il principio secondo il quale ciascun analista può portare l’analisi dei suoi pazienti non oltre il punto a cui lui stesso ha condotto la propria analisi. Lacan porterà questa interpretazione freudiana fino alle sue estreme conseguenze e inventerà la passe quale esperienza atta a verificare propriamente la fine dell’analisi quale passaggio da psicoanalizzante a psicoanalista.
1 Sigmund Freud, Studi sull’isteria (1886-1895), in Opere vol. 1, Boringhieri, Torino 1967, p. 406