Membro SLP e AMP, AME

Gli Studi sull’isteria rappresentano una miniera per quel che concerne le svolte cruciali che condussero Freud alla scoperta della psicoanalisi e dei suoi principi fondamentali. Ne estraggo una pepita tratta da un caso che mette a dura prova il procedimento freudiano dell’“insistenza” che aveva da poco soppiantato l’ipnosi, consistente nel lasciare parlare liberamente la paziente insistendo però là dove il discorso si interrompeva: “Poiché questa insistenza mi costava fatica e suggeriva l’interpretazione che io dovessi superare una resistenza, ne trassi senz’altro la teoria che col mio lavoro psichico dovessi superare nel paziente una forza psichica, la quale si opponeva a che le rappresentazioni diventassero coscienti”1.

  1. L’interpretazione trova la sua molla nell’incontro col reale del sintomo ed è “suggerita” a Freud dalle formazioni dell’inconscio che si manifestano quale ostacolo a dire da parte del paziente. All’analista il compito di farsi “placca sensibile” a quei significanti che marchiano il dire dell’analizzante affinché dell’interpretazione possa risuonare, lasciando quale resto dell’operazione l’oggetto causa di desiderio che l’analista, bontà sua, ha da prestarsi ad incarnare nella cura.
  2. L’interpretazione che ne trae Freud è che la resistenza, come dirà poi Lacan, sta dal lato dell’Io dell’analista: “[…] che io dovessi superare una resistenza”.
  3. “Da questa interpretazione ne trassi senz’altro la teoria”. Possiamo allora dedurre logicamente che la teoria psicoanalitica è quel che l’analista arriva a scrivere e a mettere in logica di quel che si sedimenta quale resto dell’interpretazione analitica in primis della sua stessa analisi, interpretazione suggerita dall’inconscio e causata dal reale, propriamente dal reale del sesso che provoca il transfert.
  4. In questo caso la teoria assolutamente inedita e sovversiva che ne deduce Freud di fronte all’emergere di quel fenomeno “scottante” che è il transfert, è nientemeno che quella dell’analisi personale: “[…] che col mio lavoro psichico dovessi superare nel paziente una forza psichica, la quale si opponeva a che le rappresentazioni diventassero coscienti”. Non è un caso che di lì a poco, complice anche la morte di suo padre, Freud darà avvio alla sua stessa analisi prendendo a prestito Fliess quale pubblico Altro a cui indirizzare l’analisi delle sue impasse: sogni, sintomi, atti mancati… La teoria psicoanalitica ora avanza non senza l’analisi dello stesso Freud.

A differenza di Ferenczi che a suo modo aprì la via all’utilizzo del controtransfert nella cura, sappiamo che Freud rimase fine all’ultimo fedele a questa interpretazione originaria, ribadendo a più riprese il principio secondo il quale ciascun analista può portare l’analisi dei suoi pazienti non oltre il punto a cui lui stesso ha condotto la propria analisi. Lacan porterà questa interpretazione freudiana fino alle sue estreme conseguenze e inventerà la passe quale esperienza atta a verificare propriamente la fine dell’analisi quale passaggio da psicoanalizzante a psicoanalista.

1 Sigmund Freud, Studi sull’isteria (1886-1895), in Opere vol. 1, Boringhieri, Torino 1967, p. 406